Geografia
La Valmarecchia scende dall'Alpe della Luna in Toscana fino alla foce del Marecchia presso Rimini. Lungo il percorso del fiume si incontrano varie località, le maggiori delle quali sono Badia Tedalda, Pennabilli, Talamello, Novafeltria, San Leo, Torriana, Verucchio, Santarcangelo di Romagna e Rimini, cui si aggiungono paesi e frazioni dai nomi legati alle tipicità dei luoghi che sorgevano lungo il fiume: Ponte Presale, Ponte Messa, Molino di Bascio, Ponte Santa Maria Maddalena, Ponte Verucchio, San Martino Dei Mulini. La Valmarecchia è ricca di luoghi d'interesse storico ed archeologico. Tra questi, le torri di segnalazione di epoca romana, che sorgevano a distanza visiva ed alcune ancora presenti, specie su alcune alture.
La Valmarecchia si differenzia considerevolmente rispetto alle valli più al nord, nella parte compresa tra i fiumi Santerno e Savio, le valli sono disposte perpendicolarmente rispetto alla dorsale dei Appennini formando una struttura omogenea "in denti di sega", caratterizzata da dorsale strette che scendono gradualmente verso il mare adriatico. Nella zona del Montefeltro le valli sono caratterizzate da scarpate o cadute intervallate da stimoli rocciose fortemente modellati dagli agenti atmosferici. Le formazioni marnose lasciano qui il posto ad argilla scagliosa di cui emergono delle rocce alte e ritagliate, formate soprattutto di gradimenti e di argille. Questa conformazione geologica collegata alla storia sanguinante medioevale che ha caratterizzato questo territorio, fa che i principali nucleo abitati si siano sviluppati sugli stimoli rocciosi che sono sospesi sul fondo delle valle (fa eccezione la moderna Novafeltria, già Mercatino Marecchia, che si trova nella valle).
Suddivisione amministrativa
La Valmarecchia, interamente compresa nella Romagna storica, risulta amministrativamente divisa fra la Repubblica di San Marino e tre regioni italiane; tuttavia il settore marchigiano, che in origine spezzava nettamente la valle in tre tronconi costituendone il tratto centrale (Alta Valmarecchia), è oggi limitato alle aree più settentrionali dei comuni di confine, che gravitano anche nel bacino idrografico del Marecchia, ma per la maggior parte in quello parallelo del Conca. Il 15 agosto 2009 l'Alta Valmarecchia è stata infatti distaccata dalle Marche e aggregata all'Emilia-Romagna. Le Marche hanno successivamente proposto ricorso alla Corte costituzionale, ritenendo che il parlamento avesse indebitamente ignorato il parere negativo della regione; nel luglio 2010 la Corte si è pronunciata sul ricorso giudicandolo infondato. La parte più a monte della Valmarecchia, compresa nel comune di Badia Tedalda, fa ancora parte della provincia di Arezzo. Dal punto di vista della geografia ecclesiastica la Valmarecchia è suddivisa in tre diocesi: Rimini, San Marino-Montefeltro e Arezzo-Cortona-Sansepolcro.
Curiosità geologiche
Le rocce di San Leo e di San Marino sono i frammenti di una grande lastra calcarea che precedentemente, quando la grande parte della penisola non era ancora emersa, ebbero la loro base al di là della linea che oggi indica il limite traToscana e Romagna. Il fondo di questo mare dei tempi Miocene (circa 15 milioni di anni) era costituito da una roccia friabile e fangosa che è all'origine della formazione geologica detta "dell'argilla scagliosa". Questo letto subacqueo di argilla scagliosa, scivolò sulle parti (ora occupate tra l'altro dalla Toscana e la Romagna) che provengono da settori occidentali tirreni. In relazione con gli spostamenti di orogenesi, subisce periodi di movimento ed altri di riposo, che permette la formazione, sul letto, di una lastra calcarea.
Quando i movimenti dei bassifondi ripresero, aiutati dallo spostamento dei ghiacciai, trasportarono anche la lastra che si era formata, simile ad un torrente che trasporta una zattera galleggiante. Ma quest'ultimo, si fessura, si divide, e abbandona i frammenti nel corso del percorso d'ovest-est, cioè verso l'Adriatico. Innanzitutto abbandonò il grande frammento, che è il Monte Varna (1283 m), quindi la lastra del Monte Fumaiolo (1407 m), ed infine i numerosi altri "pezzi", di qua e di là, dalla Valmarecchia, lungo la quale le argille scagliose si muovevano e scendevano.
La roccia di San Leo (509 m) è uno di questi pezzi, un altro è il massiccio maestoso del Titano (739 m) (San Marino), gli altri maggiori sono Verucchio (332 m) e Torriana (337 m). È nell'erosione del Pliocene e del Quaternario, che strappò le rocce più tenere attaccando molto meno le rocce dure calcaree, che presero quest'aspetto rimasto intatto fino ad oggi.